giovedì 27 settembre 2012

Fabergé il gioielliere degli ultimi Zar alla Reggia di Venaria Reale



“Fare della vita l’arte, e l’arte nella vita”
                                               Carl Fabergé

Ci sono finali più eclatanti di altri. Ci sono finali che scivolano via senza far rumore e altri che si consumano fra il clangore di spari, urla e spargimenti di sangue, spesso innocente, spesso colpevole. Quest’ultimo è il caso della tragica fine della dinastia Romanov, dell’ultimo Zar di tutte le Russie ucciso,insieme alla moglie e ai loro figli, dai colpi sparati dai rivoluzionari.
Ma se una dinastia si estingue restano, per fortuna, preziosi ricordi a loro testimonianza, come queste splendide uova opera di Carl Fabergé, il “Cellini del Nord”, il maestro gioielliere della corte imperiale di San Pietroburgo, che aveva lasciato il paese per sfuggire all’ondata di terrore che aveva accompagnato la Rivoluzione d’Ottobre.
Venaria celebra la sua splendida maestria esponendo ben 13 delle 54 uova Imperiali e coglie l’occasione per rievocare i rapporti tra la corte dei Romanov e quella dei Savoia, evocando l’ultima visita di Nicola II al Castello di Racconigi nell’aprile del 1910 quando venne ricevuto dalla corte e da tutti i rappresentanti del governo italiano.
La mostra è articolata in tre sezioni: la prima si snoda intorno al punto focaledell’incoronazione di Nicola II nel 1896, occasione alla quale partecipò ancheVittorio Emanuele III di Savoia in qualità di principe ereditario. Insieme a foto d’epoca sono esposte numerosi oggetti preziosi come scatole ornate di perle e pietre preziose, tutti prodotti dalla bottega del gioielliere di corte.
Segue la sezione dedicata a “La fabbrica di Fabergé” che presenta alcune delle più esemplificative tipologie della produzione del maestro orafo e della sua bottega che contava 4 sedi in Russia e una a Londra con oltre 500 dipendenti in totale per riuscire a rispondere alla numerose committenze che giungevano da tutta Europa, considerando che la sola realizzazione di un uovo richiedeva un intero anno di lavoro. Una sezione a parte è ovviamente riservata all’esposizione delle Uova pasquali, 9 commissionate dallo Zar e 5 da privati,come la duchessa di Malborought e l’americana Consuelo Vanderbilt.
L’ultima sezione è dedicata alla storia delle 54 Uova Imperiali: dalla rivoluzione del 1917 alla dispersione di parte di esse, passando per la loro musealizzazione fino al collezionismo mondiale e al perdurare del loro mito nella letteratura e nel cinema.
Non perdete questa splendida occasione perché la reggia di Venaria vale sempre una visita e le Uova di Fabergé sono un qualcosa di impedibile perché sono capaci di raccontare coi loro bagliori preziosi un’epoca che non c’è più, per fortuna o per sfortuna. Ma questo decidetelo voi.

Una volta usciti dalla mostra non dimenticate di fare una passeggiata negli splendidi giardini della villa che mostrano tutto il loro rinnovato splendore, frutto di un sapiente lavoro di recupero, in qualunque stagione. Perdetevi osservando la prospettiva dei filari degli alberi, riposatevi su una panchina mentre osservate le varietà di piante nei potager royal. Respirate e soprattutto rilassatevi, sembra di essere veramente sospesi in un luogo fuori dal tempo.


Non dimentichiamo però l'aspetto culinario di questa giornata: fuori dalla reggia, facendo solo pochi passi e imboccando la via principale di Venaria, è possibile fare un viaggio tra le specialità piemontesi. Ho assaggiato un meraviglioso maialino al latte con pistacchi che mi riprometto di provare a fare nella mia piccola cucina bianca al più presto.E prima di rimettermi in macchina non ho saputo resistere, ho "dovuto" assaggiare il Bicerin di cui conoscevo solo il nome ma non il sapore... che dire ottimo!!!  

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